"Non si sa esattamente a quando risalga la tradizione della rappresentazione
della passione di Cristo che gli ertani mettono in scena ogni Venerdì
Santo. (...) Appena scende la notte, la processione prende il via dalle
scuole: attori vestiti da soldati romani, da Pilato, da Caifa, da Maddalena,
da Giuda, da Cireneo, da Gesù e da Barabba percorrono il paese e
si portano su un colle a ridosso delle case. Quindi si celebra il processo,
il tradimento di Giuda, la condanna, la crocifissione, sotto il vento che
spazza la valle, nelle tenebre circonfuse da riflettori che inquadrano
le varie scene. Prima dell'ultimo atto della crocifissione, il corteo ripercorre
il paese con il condannato seminudo che trascina la sua grossa croce e
cade tre volte e tre volte si rialza sotto la sferza dei soldati. Alla
fine della rappresentazione, tutti contenti, si torna in osteria e si ricomincia
a bere e a bestemmiare.Qualche volta si dimentica il Giuda appeso all'albero
sopra il colle. Fare la parte del Cristo è sempre un privilegio.
Si sceglie, di solito, il ragazzo fisicamente più bello e prestante.
Egli si ricorderà per lunghi anni di aver avuto, una volta, tale
onore." (p. 26-27)
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"A Erto fanno una di quelle processioni del Venerdì
Santo che son segnate sui libri. Da andare a vedere una volta nella vita.
Processione con le catene vere, che quando le femmine sentono il ferro
che sbatte sul marmo della chiesa gli viene la palpitazione e si accende
la passione... Prendono il giovanotto più prestante del paese e
gli fanno fare il Cristo. Nudo. Una Via Crucis come Dio comanda. A suon
dei moccoli. Lo mette in crose quanto basta, poi lo slegano e tutti a bere
in osteria.
Spesso dimenticano il Giuda impiccato sull'albero.
Non è cattiveria... Solo che da quelle parti, a Pasqua, non
è che sia tanto caldo... Ora che un si ricorda e va a slegare il
Giuda, quello è giassà, surgelato! Lo han tenuto in vita
le gran bestemmie lanciate ai compaesani... Per calmare l'Iscariota, e
scongelarlo, bisogna portarlo in osteria, e là trincan tutti fino
a notte fonda. Ed è per questa fondatissima ragione che da quelle
parti, a Messa prima, a Pasqua, trovi solo donne. Gli uomini devono ancora
rimettersi dalla passione del venerdì santo." (p. 18-19)
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