Com'è nato questo ipertesto
Una nuova forma per organizzare e presentare le informazioni

Il castello dei destini incrociati di Italo CalvinoPer cogliere la logica aperta, non lineare, di un ipertesto, si può pensare a quei romanzi in cui si è invitatati a concludere la lettura dell’opera scegliendo tra differenti finali, oppure è utile osservare quell’altro esempio di letteratura combinatoria che è Il castello dei destini incrociati di Italo Calvino (1973), dove i vari personaggi raccontano la propria storia per immagini, disponendo via via sul tavolo le carte dei tarocchi. Dato che ogni figura può entrare a far parte di molte sequenze, cioè di tanti racconti, tutte le storie - come scrive l’autore nella Presentazione - trovano “un posto nella rete delle altre storie”.

L’ipertesto è un nuovo sistema per organizzare e presentare le informazioni. Grazie al computer, dei materiali attinenti tra loro (nel nostro caso, quelli relativi al disastro del Vajont: foto, testimonianze, definizioni di termini, notizie tecniche, geologiche, storiche, ecc.) vengono connessi in maniera reticolare, come i tarocchi di Calvino, per offrirli al lettore sotto forma di elementi collegabili in più direzioni, piuttosto che in un’unica e rigida sequenza, come invece avviene nel testo stampato.

Per questa ragione, il fruitore dei dati è meno passivo rispetto a  quando usa altri strumenti di comunicazione: riesce a muoversi liberamente, seguendo le proprie associazioni mentali, e si costruisce da solo il percorso di lettura tra le varie unità informative, che devono essere aggregabili in una serie, quanto più possibile ampia, di potenziali combinazioni. La qualità di un ipertesto aumenta infatti con l’aumentare del livello di interattività che viene concesso al lettore.

La progettazione di un ipertesto, ovvero la predisposizione di questa complessa organizzazione reticolare di collegamenti, obbliga a  compiere molte operazioni intellettive, che possono rivelarsi utili e stimolanti dal punto di vista didatticoScheda
 

Home