La cronaca dei danni che l'Italia subisce come conseguenza di piogge abbondanti è davvero drammatica: frane e alluvioni si susseguono al nord come al centro o al sud del paese, a conferma del fatto che il dissesto idrogeologico costituisce uno dei più gravi problemi ambientali tuttora irrisolti.La causa di questo dissesto è la diffusione di rocce ad elevata componente sabbiosa ed inoltre intensamente fratturate, però le cause non sono solo naturali, ma una causa è anche l'uomo che con il disboscamento di pendii e la costruzione di edifici in luoghi sbagliati contribuisce a questo dissesto.
Soprattutto negli Appennini e nelle Alpi i bacini di molti corsi di acqua mostrano forme tipicamente giovanili, una notevole tendenza erosiva in atto, e quando ricevono molta acqua danno origine a piene molto rapide.
Questo fenomeno si è accentuato negli ultimi decenni, a causa dell'abbandono delle zone collinari e montane. La pratica dei terrazzamenti (cioè la trasformazione dei pendii in gradini per poter praticare le coltivazioni) facilitava infatti il ristagno dell'acqua e l'infiltrazione. Il flusso delle acque superficiali verso il fondovalle era minore e i tempi di deflusso erano più lunghi.L'unica possibile prevenzione può essere fatta bonificando i bacini, ricostruendo gli equilibri alterati, ripristinando il bosco, evitando di costringere il fiume entro alvei troppo angusti, cercando di controllare piuttosto che di modificare la sua naturale tendenza evolutiva.
|