"Era
nuova di zecca, quattro anni di vita. Un bel gigante. Un gigante coi piedi
d'argilla... Non aveva abbastanza fondamenta. 'Troppo poche fondamenta!',
dicono un po' sarcastici verso i colleghi francesi gl'ingegneri nostrani.
Alla prima piena seria il torrente scava, scava, scava, sul fondo del lago...
e si presenta dall' altra parte. Appena la diga vede l'acqua dall'altra
parte, sviene. E quando il calcestruzzo sviene, perde quello che ha di
più caro al mondo: il suo equilibrio statico. Svapora, svampisce,
si sbriciola. L'acqua se ne accorge subito...ed esce!
Scappa come puledra giovane, imbizzrita, cieca di gioia per la riacquistata
libertà... Si mette a correre, l'acqua... E corre, corre... Spazza
via una valle intera dalla faccia della terra.
Provate a dire Frejus per vedere se se ne son dimenticati come noi
del Vajont... "C'est une honte nationale"... Una gran vergogna."
(da
Il
racconto del Vajont , p. 63)
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