L'americano Patton fu autore insieme a Hendron, nel 1985, di uno studio (*) che fornì elementi molto utili alla comprensione della dinamica del disastro. Basandosi su nuove osservazioni geologiche, egli evidenziò, tra l'altro, la presenza di un morbido strato di argilla sotto la frana, che ne favorì lo scivolamento ed il distacco.Secondo Patton, nel determinare lo smottamento fu importante l'azione combinata dell'abbassamento del livello dell'acqua nel bacino e della pressione esercitata dall'acqua piovana infiltratasi ed accumulatasi sotto il manto argillosso sul quale si trovava la frana.
Dopo le prove d'invaso, essendo ormai chiaro che la massa rocciosa stava scivolando, i tecnici, ad ogni movimento, abbassavano il livello dell'acqua, per contenere i possibili danni della sua caduta.
Questo, però, si rivelò un errore perchè, a causa delle abbondanti precipitazioni che si erano avute nei due mesi precedenti il disastro, si era creata una forte pressione dell'acqua sottostante la frana: l'azione di contrasto esercitata contro di essa dal liquido contenuto nel bacino venne meno con lo svuotamento, ed allora la massa rocciosa crollò.
(Fonte di queste informazioni: un servizio sul Vajont, all'interno della trasmissione televisiva "La macchina del tempo", trasmessa da Rete 4, giovedì 25 novembre 1999)
(*) A.J. HENDRON, F.D. PATTON, The Vajont slide, a geotechnical analysis based on new geologic observations of the failure surface, US Army Corps of engineers, Washington DC, 1985
|