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febbraio, il giudice istruttore Mario Fabbri deposita la sentenza del procedimento
penale contro Alberico Biadene, Mario Pancini,
Pietro Frosini, Francesco Sensidoni, Curzio
Batini, Francesco Penta, Francesco Greco, Almo
Violin, Dino Tonini, Roberto Marin, Augusto Ghetti.
Penta e Greco sono già deceduti.
28 novembre, Pancini si suicida.
29 novembre, inizia all'Aquila il processo di primo grado.
1969
Si conclude il processo di primo grado. Biadene, Violin
e Batini vengono condannati a 6 anni (di cui due condonati) di reclusione
per omicidio colposo, colpevoli di non aver avvertito e di non aver
messo in moto lo sgombero; tutti gli altri vengono assolti. Non
viene riconosciuta la prevedibilità della frana.
1970
26 luglio, inizia all'Aquila il processo d'appello;
3 ottobre, Biadene e Sensidoni sono riconosciuti colpevoli
di frana, inondazione e omicidio, e vengono condannati, rispettivamente,
a 6 anni (3 condonati) e 4 anni e mezzo (3 condonati); gli altri vengono
tutti assolti, con varie motivazioni.
16 dicembre, la Corte d'appello rigetta la richiesta
del comune di Longarone di rivalersi contro
la Montedison, società in cui è confluita la SADE,
condannando viceversa l'ENEL al risarcimanto
dei danni. Viene deciso che vengano compensate le spese tra Longarone e
la Montedison.
1982
La Corte d'Appello di Firenze ribalta la sentenza della
Corte d'Appello dell'Aquila e condanna l'ENEL e la Montedison al risarcimento
dei danni subiti dallo stato e la sola Montedison per i danni subiti dal
comune di Longarone.
La Corte Suprema di Cassazione, rigetta il ricorso intentato
dalla Montedison alla sentenza precedente.
1997
15 febbraio, il tribunale civile e penale di Belluno
condanna
la Montedison a risarcire i danni subiti da Longarone che ammontano
a £ 55.645.758.500, comprensive dei danni patrimoniali, extra-patrimoniali,
morali.
La Corte Suprema di Cassazione obbliga l'ENEL a risarcire
£ 480.990.500 per beni patrimoniali e demaniali (cioè appartenenti
allo Stato) perduti, £ 7.500.000.000 per danno patrimoniale conseguente
alla perdita parziale della popolazione e conseguenti attività più
500.000.000 per danno ambientale ed economico. Le cifre non sono state
ancora corrisposte e, rivalutate, hanno raggiunto il valore di 22 miliardi
di lire circa.